Io adoro i limoni, anche per le mie origini campane.
Ricordo i profumi artigianali capresi; i giardini amalfitani punteggiati di zagare, usate poi da spose fiabesche, ai miei occhi di bimba, che incedevano in chiesa col loro bouquet profumatissimo, al braccio del padre.
E poi al limone sono sempre state riconosciute importanti qualità. In oriente era considerato come ottimo antisettico e addirittura come antidoto ad alcuni veleni e se ne lodava la più prosaica capacità astringente. Gli Egizi lo avevano tra le sostanze coadiuvanti l’imbalsamazione.
I greci invece lo usavano come antitarme e come antiparassitario, allevato in consociazione con gli olivi; e devo dire che, se le temperature invernali si mantenessero un po’ più alte, mi piacerebbe provarci.
Nelle lunghe navigazioni si sa che veniva usato per prevenire lo scorbuto, per il suo alto contenuto di vitamina C.
Io ne ho alcune piante, e ne uso volentieri i frutti nelle confetture, sia per il gusto, sia per la pectina della buccia.
E poi sono i buoni regali dei limoni: il confortante Canarino, la rinfrescante limonata, il dolce e conviviale limoncello…
Insomma, viva i limoni!